giovedì 5 marzo 2015

Canneto di Caronia: agli arresti domiciliari Giuseppe Pezzino

Cari lettori, oggi vi torniamo a parlare di Canneto di Caronia. Come molti italiani avranno sentito nei telegiornali o attraverso qualsiasi altra fonte, c'è stato un colpo di scena. Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina, durante la conferenza stampa di oggi, ha annunciato che l'unico nome scritto sul registro degli indagati, Giuseppe Pezzino, 26 anni, si trova agli arresti domiciliari e suo padre, Antonino Pezzino, che peraltro era il presidente del comitato vittime, ha ricevuto un avviso di garanzia. I due dovranno rispondere di numerosi reati, fra i quali incendio, danneggiamento seguito da incendio, concorso in truffa e procurato allarme. Non semplice da spiegare. Inoltre la Procura ha spiegato che a provare l'accaduto sono dei video, e contro i video non si può negare. I primi incendi, come già detto, risalgono all'inverno 2003/2004 e Giuseppe Pezzino è colpevole sicuramente per la seconda ondata. Ma cosa vuol dire? Che non sappiamo ancora come sono successi i primi fuochi? Mistero, la Procura non ha chiarito questo particolare. Poi si arriva al 2008 e gli incendi si stoppano. Nel luglio 2014 ritorna il mistero, ma la Procura ha la certezza che questi ultimi siano stati provocati dal figlio di Nino Pezzino con la sua collaborazione. I cittadini sono sbalorditi, e oltre all'incredulità di numerosi cittadini che sono sicuri che gli incendi c'erano anche quando il presunto colpevole non era a Canneto, c'è un autorità che in tutte le interviste ha dichiarato di aver visto prendere fuoco da soli gli oggetti e di credere nell'innocenza del 26enne messinese: il sindaco Calogero Beringheli. Un mistero durato 10 anni e mezzo, spento in pochi minuti. Niente UFO, niente autocombustione. Incendi dolosi. Forse nei prossimi giorni sapremo se il colpevole avrà confessato. L'unico mistero rimasto ancora irrisolto riguarda la prima parte dei misteri. E speriamo che rimanga irrisolto per molto.
 

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