
Quella di
ieri si può definire una
grande giornata per tutti gli astronomi del mondo, in particolar modo quelli della
NASA che hanno qualche soddisfazione nonostante l'Agenzia Spaziale Russa insista sul voler vedere i filmati delle missioni Apollo, quelle che ci hanno portato sulla Luna. La missione è iniziata nove anni e mezzo fa, era il
19 gennaio 2006 quando partiva da
Cape Canaveral in direzione del vuoto, dello spazio. L'Italia in pochi mesi avrebbe vinto la Coppa del Mondo e poco dopo Plutone sarebbe stato declassato da nono pianeta a pianeta nano. Come passa veloce il tempo... A una velocità media di quasi
58.536 chilometri orari che con un'equivalenza diventano ben 16,26 chilometri al secondo ha raggiunto i confini del Sistema solare. É l'oggetto che ha lasciato più velocemente la nostra Terra e la NASA è stata molto attenta a costruirlo molto piccolo. Questo è il perchè non è entrato nell'orbita di Plutone, oltre al fatto che hanno messo meno carburante per renderla molto leggera. Ha un'
antenna lunga due metri e ci tengo a sottolineare che all'interno della sonda ci sono della ceneri di
Clyde Tombaugh, l'astronomo che il
18 giugno 1930 scoprì proprio Plutone. E così anche lui ha preso parte a questo viaggio, in qualche modo anche lui è passato vicino al suo pianeta, Plutone. Comunque, dopo nove anni e mezzo di viaggio ieri,
martedì 14 luglio 2015 alle ore italiane 13:49:57 la sonda
New Horizons ha raggiunto la distanza minima da Plutone, è transitata a soli
12.500 chilometri dalla superficie del pianeta nano. Per trenta minuti ha scattato fotografie e raccolto enormi quantità di dati che ci arriveranno nell'arco di almeno sei mesi, usando una tecnica già usata in passato sempre da New Horizons chiamata
flyby, passare vicino a un pianeta ma non atterrare. Uno dei tanti dispositivi utilizzati è il
LORRI (LOng Range Reconnaissance Imager) che ha scattato fotografie (ad altissima qualità, la NASA sostiene che vedremo dettagli fino a formazioni grandi come campi da calcio) e raccolto dati riguardo alle tanto attese dimensioni dei corpi celesti.
Plutone ha un
diametro più grande di quello precedentemente calcolato dalla Terra che si aggira intorno ai
2370 chilometri. Ha cinque satelliti che sono il più famoso
Caronte, con un diametro di
1208 chilometri;
Notte e
Idra rispettivamente con 35 e 45 chilometri di diametro mentre non è stato possibile calcolare quello di
Cerbero e
Stige, troppo piccoli e scoperti rispettivamente nel 2011 e nel 2012. Alle
2:53 (sempre orario italiano) di stanotte è arrivata la tanto attesa "chiamata a casa" per certificare il perfetto funzionamento della sonda nonostante i detriti che orbitano intorno a Plutone. Il segnale è stato ricevuto dall'antenna del
Deep Space Network della NASA non negli Stati Uniti, bensì vicino a
Madrid, in Spagna. Curioso come 50 anni precisi fa,
15 luglio 1965, la sonda
Manier 4 ci inviava le prime foto ravvicinate di
Marte. Ovviamente dalle prime immagini arrivate sono state scoperte subito tre importanti
anomalie: due su Plutone e una su Cerere. La prima è l'evoluzione delle foto precedenti in cui
avevamo visto delle macchie bianche. Dalle nuove immagini queste luci formano una specie di cuore che è già stato ribattezzato "the hearth of Pluto",
il cuore di Plutone. Non è una commedia romantica, tranquilli. Un addetto ai lavori ha dichiarato che questa struttura era già nota in passato dalle osservazioni con i potenti telescopi dalla Terra. E ha aggiunto che sarà proprio la sonda New Horizons a scoprire di cosa è fatta questa
misteriosa e curiosa macchia: le ipotesi sono tante, principalmente potrebbe trattarsi di ghiaccio di metano, monossido di carbonio, azoto ghiacciato o semplice acqua. Tuttavia nessuna di queste spiega la colorazione rossastra del pianeta. La causa di ciò potrebbe essere l'atmosfera che sembra simile proprio a quella di Marte. Le altre anomalie sono le
macchie scure di Plutone e il
polo scuro di Caronte, ma ad oggi abbiamo veramente pochi dettagli. Nei prossimi mesi la sonda ci invierà tutti i dati e le immagini rimasti, che corrispondono al 99% di quelli raccolti. La missione terminerà nel
2016 quando raggiungerà la
fascia di Kuiper e si spegnerà a causa della distanza dal Sole. L'impatto mediatico della missione è stato enorme, addirittura superiore al giorno che Philae è atterrato e successivamente risvegliato. Qui sotto trovate alcuni
tweet che abbiamo scelto mentre fra le immagini troverete anche quelle del doogle scelto da Google per celebrare il flyby di
New Horizons (che trovate sul nostro anche sul nostro profilo Google+ dato che lo ho condiviso ieri sera). Il viaggio continua, verso
Nuovi Orizzonti...
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