domenica 6 settembre 2015

Le misteriose anomalie di Dione, il satellite più inquietante e spettacolare di Saturno

Ed eccoci finalmente tornati a parlare di astronomia. La notizia di oggi infatti arriva dal nostro Sistema solare, ci troviamo intorno a Saturno. Oggi non c'entrano i suoi leggendari anelli, ma i suoi satelliti. Ci troviamo virtualmente sul quarto più grande, Dione che in classifica si trova dietro a Titano, Rea e Giapeto. In totale le lune di Saturno sono 62, o almeno quelle scoperte sin ora. Dione è stato scoperto dall'astronomo italiano Gian Domenico Cassini nel lontanissimo 1684. A dargli il suo nome attuale è stato John Herschel in onore della sorella nella mitologia greca proprio di Crono, da cui deriva il nome di Saturno. Pensate che il figlio di John Herschel, William, scoprì cent'anni dopo il settimo pianeta del Sistema solare, Urano. Il nome della sonda che ha scattato queste spettacolari immagini come avrete capito è stato dato in onore di Cassini, l'uomo che ha appunto scoperto Dione. Il nome originale della sonda è Cassini-Huygens ed è nata in collaborazione fra la NASA, l'ESA e l'ASI (Agenzia Spaziale Italiana). E' stata lanciata il 15 ottobre 1997 dal John F. Kennedy Space Center negli USA tramite un razzo Titan IV. Chiaramente Saturno non è lontano quanto Plutone e la missione ormai si sta proiettando verso la fine. Quello che vi raccontiamo oggi è il passaggio del 17 agosto, il flyby appunto a Dione. L'obiettivo di quest'ultimo non era scattare fotografie (anche se ne sono uscite di fantastiche) ma quello di effettuare precise misurazioni riguardo alla gravità del satellite. I dati come sempre arriveranno piano piano nei prossimi mesi e inoltre da questi si potrà analizzare la struttura interna e i relativi processi della superficie del pianeta. Proprio questa rappresenta un mistero ancora irrisolto: la superficie del satellite infatti è molto movimentata. Oltre ad avere i classici crateri dovuti agli impatti che contraddistinguono ogni corpo celeste, si vedono anche una brillante rete di spaccature con burroni ghiacciati e brillanti intrecciati. "Dione è sempre stato un enigma" spiegano gli scienziati aggiungendo che spesso arrivano segnali di processi geologici attivi o simili a quelli terrestri, persino ad arrivare a vulcani completamente congelati. Un altro fra gli scopi della sonda Cassini era infatti quello di cercare geyser e vulcani e ciò si capirà con certezza solo con l'arrivo dei dati completi. Nei prossimi mesi dunque si analizzeranno i dati che pian piano ci arriveranno. Per quanto riguarda invece la sonda, a ottobre tornerà a far visita ad Enceladoe ai suoi pennacchi di ghiaccio e vapore. La missione terminerà dopo oltre 20 anni di attività nel 2017 ma fino all'ultimo continuerà a svelare i fantastici misteri di Saturno e dei suoi satelliti. Senza dimenticare gli anelli..
P.S.: Qui trovate l'album delle foto di Dione






video presentato da orsobyanco
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