Tutti noi sappiamo che sul nostro satellite, la Luna, hanno camminato ufficialmente 12 astronauti e altri 12 sono transitati in orbita, per un totale di 24, la maggior parte portati dalle missioni Apollo. La prima fu 47 anni fa l'Apollo 11, con Neil Armstrong (foto 3) e Buzz Aldrin sulla superficie e Michael Collins in orbita. Oltre ad essere un onore, camminare e raggiungere la Luna potrebbe creare in futuro problemi cardiovascolari, come spiega uno studio di due scienziati della Florida State University, che hanno indagato a fondo sulla faccenda. Dei 24 astronauti di cui vi parlavo prima, ad oggi ne sono morti 8. In teoria non ci dovremmo stupire, visto che il più giovane di questi è Ken Mattingly dell'Apollo 16 nato nel 1936. Lo studio è stato effettuato su 7 di questi 8, tutti delle missioni Apollo. L'ultimo di questi è stato Edgar Mitchell (foto 4), scomparso a febbraio di quest'anno, pilota dell'Apollo 14, ad analisi già completata. James Irwin (Apollo 15), fu il primo ad avere problemi di cuore durante il viaggio di ritorno nello spazio anche se i primi sintomi li sentì sul nostro satellite. Irwin morì d'infarto nel 1991 e lo stesso destino toccò a Roland Evans (Apollo 17), nel 1990. Neil Armstrong ci lasciò quattro anni fa, a causa di complicazioni dopo un intervento di bypass causato da un blocco alle arterie coronarie. Da qui viene fuori che 3 su 7 (il 42,86%) hanno avuto problemi legati al cuore. Rispetto agli astronauti che hanno viaggiato in orbita alla Terra, il valore è 4 volte minore. Inoltre, gli esseri umani più esposti alle radiazioni cosmiche sono proprio i 24 astronauti che hanno raggiunto la Luna. Che le radiazioni dello spazio causino malattie? Ciò intralcerebbe e non poco le missioni che riguardano una base permanente sulla Luna o un viaggio su Marte. Non è la prima volta che le radiazioni sono correlate con malattie, infatti anche Alan Shepherd (Apollo 14) morì di leucemia nel 1998 e John Swigert (Apollo 13, che orbitò comunque intorno alla Luna, foto in basso a sinistra) fu colpito da un cancro nel 1982. L'ipotesi è quindi che le radiazioni danneggino il cuore, portando a un lento indebolimento del corpo. Alla ricerca di conferme, i due scienziati hanno provato su dei topi un livello di radiazioni simile a quello delle missioni Apollo. Da qui è risultato che anche i topi hanno riportato un danneggiamento delle arterie che porterebbe alle malattie sviluppate dagli esseri umani. "Sappiamo molto poco degli effetti delle radiazioni dallo spazio profondo sulla salute umana, in particolare sul sistema cardiovascolare. Questo ci dà il primo indizio riguardo i loro effetti avversi sugli esseri umani. Ciò che i dati dei topi ci mostrano è che la radiazione dello spazio profoyndo è dannosa per la salute vascolare", ha commentato Michael Delp della Florida State University. Come reagirà la NASA? Possibile che ciò ci impedisca di raggiungere Marte? Seguiranno nuovi aggiornamenti.
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