In merito all’incidente avvenuto tra i due caccia Tornado nei cieli marchigiani del 19 Agosto, vorrei esprimere le mie personali titubanze che possa essersi trattato di un semplice incidente, causato dalla distrazione dei piloti, che sappiamo essere esperti di volo ad altissimi livelli.
Nel filmato mandato in onda dalle reti RAI (TG RAI 1 e RAI 2) è chiaramente osservabile un oggetto che non sembra avere le sembianze di un “caccia tornado”.
Rammentiamo che il Tornado è un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile e capacità ognitempo che l’Aeronautica Militare ha acquisito a partire dal 1982. Nella versione standard IDS (Interdiction Strike), in dotazione al 6° Stormo di Ghedi (Brescia), il Tornado può essere impiegato come cacciabombardiere e ricognitore. Alcuni Tornado sono equipaggiati con la variante IT-ECR (Electronic Combat Reconnaissance), specializzata nella soppressione delle difese aeree avversarie mediante l’impiego di missili aria-superficie AGM-88 HARM.ti, che sappiamo essere esperti di volo ad altissimi livelli.
TENTATIVO DI INTERCETTAZIONE DI UN UFO NELLO SPAZIO AEREO ITALIANO
Cosa sia questo “oggetto non identificato” e cosa stesse facendo in quel punto dello spazio aereo dei velivoli, non è ancora chiaro, ovviamente. Ma ipotizziamo, per un momento, che l’UFO, per il suo volo, stesse utilizzando una tecnologia avanzata, sfruttando, per i propri spostamenti aerei, una “forza antigravità”, generata attorno a se stesso e che gli avrebbe permesso di rimanere sospeso in aria.
Immaginiamo, dunque, che attorno al velivolo Extraterrestre si generi una forza che si espanda, in direzione radiale, decrescente in modo relativamente proporzionale alla distanza da esso: più ci si avvicina all’oggetto e più si è soggetti agli influssi di questo misterioso, quanto a noi ancora sconosciuto, campo di forza antigravitazionale.
Per comprendere meglio tutto ciò, immaginiamo adesso l’arrivo dei due Tornado, che si stanno avvicinando sempre più a questo invertirsi delle forze a loro note, che agiscono appunto sui propri veicoli. Pensiamo ai Tornado che si avvicinano, fino al punto di entrare nella sfera d’azione di questa forza, che provoca effetti opposti a quelli generati dalla, conosciuta, forza di gravità.
Gradualmente tutti gli strumenti di bordo sembrano impazzire, riferendo ai piloti dei dati che, evidentemente, non corrispondono alle condizioni di un oggetto (Tornado) posto in campi e sistemi a loro noti (gravità, attrito con l’aria, dinamica vettoriale del volo, ecc).
Successivamente (si sta parlando di pochi secondi, tenendo presente la velocità dei caccia in volo lineare), si arriva in un “punto di inversione totale”, in cui tutte le forze gravitazionali, che i piloti devono gestire per consentire all’aereo di mantenersi in rotta, vengono ad essere invertite in “forze antigravitazionali”, generate dall’UFO a cui si stanno velocemente avvicinando.
Per i piloti, se così fosse, ogni tentativo di controllo attraverso un comando, avente il fine di far reagire il veicolo con una manovra, permettendo di controllarlo al meglio, non darebbe più l’effetto sperato, anzi… il comportamento dell’aereo, vissuto istantaneamente di riflesso dai piloti, sarebbe esattamente l’opposto a quello da loro stessi desiderato, non permettendogli di controllare l’aereo di conseguenza (dato il velocissimo accadere del tutto, vissuto in un amplificarsi continuo di un contro-effetto non voluto, nel procedere lineare dei velivoli verso questa bolla antigravitazionale).
Se il Tornado in volo fosse stato uno, probabilmente l’abilità del pilota sarebbe riuscita a gestire al meglio questo improvviso invertirsi di causa ed effetto, venendo soltanto deviato, in una tangente esterna al campo antigravitazionale, ed essendo poi in grado (una volta entrato in una rotta radiale di allontanamento) di riprendere il normale controllo del velivolo. Ma essendo due i tornado, e sapendo che ogni minima variazione, a stretta distanza, potrebbe influenzare il volo dell’altro, è normale ipotizzare che l’incidente possa esser stato provocato dall’improvviso “impazzire”, non controllabile, degli aerei, che i piloti hanno immediatamente compreso, attivando, di conseguenza, la procedura di espulsione dei sedili e paracadutandosi fuori dai caccia, prossimi al contatto.
UNA SCOMODA VERITA’
Soltanto il ritrovamento dei piloti potrà portarci a fare chiarezza sull’accaduto, ascoltando le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona questi fatti. Ma siamo sicuri che i loro racconti saranno resi noti?
Siamo sicuri che ciò che ci verrà riportato non sarà manipolato al fine di nascondere, per l’ennesima volta, realtà di presenze di “oggetti non identificati” nei nostri cieli (che metterebbero in allerta la maggior parte della popolazione, dedita più all’ascolto delle favole che alla ricerca della verità)? Ai posteri la sentenza.
Credo che ogni qual volta si verifichi un fatto non spiegabile dai nostri logici ragionamenti, mossi da una conoscenza dimostrabile e oggettiva, ci troviamo davanti a qualcosa su cui “deve” esser fatta chiarezza. Ed il modo più semplice per arrivare alla verità, spesso, è quello di considerare reali cose che, per schemi mentali imposti, tendiamo ad escludere. Spero che, anche in questo caso, siano sempre più le persone che comincino a credere più ai loro occhi ed alle loro menti che ai racconti, costruiti, il più delle volte, per deviare ognuno dalla probabile, quanto scomoda, verità.
(fonte)
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