domenica 20 settembre 2015

New Horizons ci regala spettacolari paesaggi, tramonti e dettagli di Plutone

Certe volte l'astronomia ci regala percorsi spettacolari, immagini spettacolari. Smentendo di continuo chi dice che si tratti solo di numeri e formule. Certo, anche questi elementi fanno parte di questa scienza, che oggi ci regala emozioni più uniche che rare. Tutto è iniziato tanto tempo fa, era il 19 gennaio 2006. L'Italia non era ancora campione del mondo per la quarta volta e il mondo era sicuramente diverso; nel frattempo numerosi scienziati si preparavano al lancio e all'inizio della missione New Horizons. Obiettivo: Plutone, a quell'epoca ancora un pianeta anche se solo per pochi mesi fino all'estate successiva quando è stato declassato a pianeta nano. La sonda infrangeva ogni record: primo fra questi quello della maggior velocità con cui ha lasciato il nostro pianeta, pari a una media di 58.536 km/h che diventano più di 16 chilometri al secondo. Dieci volte la velocità di un proiettile, praticamente non la vedi neanche passare. Il tempo dedicato a questo progetto è stato veramente tanto, giorni e notti. La sonda doveva essere più piccola possibile per andare appunto così veloce ma anche per evitare di essere messa fuori uso da eventuali detriti, anche delle dimensioni di un millimetro. Sono trascorsi 9 anni, dopo tanti flyby e altrettante immagini inviate. E non senza problemi. Mancano pochi mesi all'obiettivo dalla missione quando diversi scienziati si chiedono: come riusciamo a fotografare Plutone senza schiantarci, passare troppo lontani o troppo vicini o addirittura con le telecamere dalla parte opposta, fotografando il vuoto?? Gli astronomi dedicati non hanno dormito per molto, cercando una soluzione. L'orbita di Plutone era sconosciuta: secondo i calcoli effettuati si sapeva che l'orbita era completamente diversa dalle altre del Sistema solare e per compiere un giro intorno al Sole ci avrebbe impiegato ben 247,8 anni. E essendo stato scoperto nel 1930, finora non ha completato nemmeno metà di un'orbita intera sotto il controllo di noi terrestri. E quindi il percorso era sconosciuto e i rischi erano alti. Un giorno, Alan Stern, fra i responsabili della missione, si dirige nell'osservatorio dove Clyde Tombaugh ha scoperto Plutone e ha continuato le osservazioni per un breve tempo, scoprendo anche 14 asteroidi. Ed è stato grazie ad altre fotografie, probabilmente non sue, che è stato possibile calcolare dove sarebbe transitato Pluto alle 13:49:57 del 14 luglio 2015. Tutto è andato per il meglio e i festeggiamenti hanno girato il mondo. Finora fra le foto scattate dal dispositivo LORRI (LOng Range Reconnaissance) a noi è arrivato solo il 5% e nei prossimi mesi, o forse anni, arriveranno molte altre spettacolari immagini. Quelle arrivate in questa estate riguardano in particolare Plutone, Caronte e Idra. E quelle di Pluto, così in inglese, hanno stupito tutti. La superficie del pianeta nano è veramente variegata e complessa, un paesaggio mozzafiato. Montagne di ghiaccio che spuntano dalla nebbia, dune, enormi distese ghiacciate (fra cui la zona chiamata Sputnik, nel cuore di Plutone. Peraltro le foto arrivano dal tramonto di quel posto così lontano da noi, così vicino da queste foto. E sinceramente così simile; a me ha ricordato la terra primitiva dopo una era glaciale! Non mancano pianure di solo azoto e fiumi di ghiaccio che fanno pensare all'esistenza di un ciclo dell'azoto paragonabile al ciclo dell'acqua presente sulla Terra. Andiamo a leggere le dichiarazioni a caldo dei responsabili della missione. "Queste immagini ci fanno davvero sentire lì e rivelano nuovi dettagli della superficie e dell'atmosfera di Plutone", ha riferito il responsabile scientifico della missione, Alan Stern, del Southwest Research Institute. Will Grundy, del Lowell Observatory di Flagstaff ha aggiunto: "Oltre ad essere di forte impatto visivo, queste nebbie mostrano che anche su Plutone, come sulla Terra, il tempo cambia ogni giorno. Non ci aspettavamo di trovare un ciclo simile su Plutone, date le condizioni di freddo estremo che vi sono alla periferia del sistema solare. Plutone è sorprendentemente simile alla Terra in questo senso e nessuno lo aveva immaginato". In poche parole, tutti sono sorpresi ma soprattutto contenti: i geologi e i planetologi hanno solo l'imbarazzo della scelta per dove cominciare a catalogare e dare nomi ai monti. Nel frattempo New Horizons si allontana sempre di più da Pluto e si lancia verso i confini del Sistema solare...
Copyright images @NASA
Guardate gli spettacolari filmati presentati da orsobyanco!
Qui sotto trovate i tweet principali della NASA!!

 


iv>









Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...