giovedì 26 novembre 2015

Alla ricerca di acqua sulla Luna!

Di recente come ben sappiamo grazie ad alcune fotografie che inquadrano i misteriosi canali, si è scoperta la presenza di acqua allo stato liquido su Marte. E per di più salata. Nessuno ci ha pensato ultimamente ma teoricamente non abbiamo le prove dell'esistenza dell'acqua sul nostro satellite, la Luna. Sul suolo lunare sono passati numerosi astronauti, 12 se vogliamo essere precisi, che hanno portato solo campioni di roccia e poco altro. Ma di un minimo goccio d'acqua non c'è traccia. Qualora venisse provata l'esistenza partirebbe una vera e propria caccia alla Luna, come successo negli anni '60-'70. Ma questa volta per insediarsi stabilmente e chissà mai creare una base per lanciarsi verso Marte. Sembra fantascienza, ma non lo è. E, mi verrebbe da dire seriamente, l'Italia si trova in pole position per creare il mantello, la trivella che caricherebbe l'acqua sul suolo lunare. E questa verrà dal nostro paese, l'Italia. Più precisamente dallo stabilimento della Finmeccanica Selax ES a Nerviano; il prototipo sta per essere ultimato e sarà pronto nel 2016. E siamo in grado in anteprima di svelarvi i dettagli della missione. L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l'Agenzia Russa ROSCOSMOS stanno organizzando una spedizione non umana, prevista per il 2020. La trivella è formata da una punta lunga due metri ed è progettata per perforare la superficie lunare di almeno 60 centimetri. L'allunaggio avverrà in una delle regioni polari, e il medesimo posto verrà usato per scavare nel sottosuolo lunare, laddove la temperatura è di -170^CMarco Molina, responsabile ricerca e sviluppo di Finmeccanica Selax ES, ha dichiarato all'ANSA: ''Per farlo in maniera delicata, evitando la fusione della superficie ghiacciata e l'evaporazione delle sostanze volatili, abbiamo creato una punta in diamante policristallino che abbina la rotazione alla percussione, dando quattro colpi ad ogni giro per ridurre il riscaldamento del suolo. Per sperimentare questa tecnologia abbiamo ricreato in laboratorio il terreno lunare, che surgeliamo appositamente in un freezer speciale per abbassare la temperatura''. Come ben saprete non è la prima volta che noi italiani collaboriamo per missioni spaziali. Nella missione Rosetta, il lander Philae atterrato sulla 67P Churyumov-Gerasimenko aveva diversi strumenti made in Italy, proprio fatti nel medesimo stabilimento di cui vi ho parlato poco fa. Come la speciale trivella, il Sample Drill and Distribution (SD2) che è riuscito a trapanare la superficie di 67P per ben 30 centimetri. Questi piccolissimi frammenti sono stati successivamente analizzati all'interno del lander e i dati inviati a noi hanno fatto ancor più chiarezza sulla nascita e la storia del Sistema solare. Questo trapano è stato costruito in acciaio e titano; esso è in grado di trattenere e rilasciare il materiale, grazie a un complesso meccanismo al suo interno. Il campione poi vie e deposto in un sistema chiamato checker che ne misura la quantità e procede alle analisi. Il completamento è previsto in pochi mesi e non manca molto al suo approdo sulla Luna. Sempre lo stesso stabilimento fornirà la trivella per la missione ExoMars del 2018, che cercherà vita marziana e ci preparerà all'ammartaggio. Possiamo chiamarlo così, no??  
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