Oggi ho scelto di pubblicare una notizia molto diversa dal solito, che fa parte di una scienza da noi mai trattata, la cartografia. Il primo in assoluto ad occuparsi di mappe è stato il greco Eratostene (foto 1) (284-192 a.C.) che realizzò una gabbia geometrica costituita da linee orizzontali e verticali: quello che adesso consideriamo come reticolato geografico, la base della cartografia moderna. Se dovessimo dare una definizione di cartografia, sappiamo che è l'insieme delle conoscenze rappresentate in modo simbolico. Le prime carte risalgono appunto all'epoca di Eratostene (di cui parla nel video orsobyanco), ma non in Grecia. Bensì nelle isole Marshall, dove recentemente sono state trovate delle mappe fatte di piccoli oggetti marini, utili alla navigazione. Tecnica ripresa anche dai Babilonesi, mentre i greci disegnavano delle forme tuttora sconosciute. Dai Romani in poi arrivarono le prime carte come le conosciamo oggi. Queste furono piano piano cestinate due volte, nel XVI secolo a causa delle nuove scoperte, il Nuovo e il Nuovissimo mondo, America e Oceania. Sempre a questo periodo sono legati i primi planisferi del geografo fiammingo Mercatore. Il suo planisfero (foto 3 e 4) (carta geografica che rappresenta in piano la superficie terrestre. Spesso deforma la realtà) era ideale per la navigazione ma in quanto a verosimiglianza non ci azzeccava nulla. L'Europa e l'America Settentrionale risultavano dilatate e il resto del mondo compresso. Sempre quest'ultima appare più grande dell'Africa, che nella realtà è il doppio. L'India, invece, risulta grande come l'Italia e ciò è a dir poco assurdo dato che nella realtà è 10 volte più estesa. Nel 1963 il cartografo statunitense Arthur Robinson fa una mappa (foto 5) che rispetta i rapporti fra le aree. Problema: i poli restano schiacciati. Dieci anni dopo, nel 1973, lo storico tedesco Arno Peters propone una teoria rivoluzionaria (foto 6), per me neanche poi tanto particolare: rispetta la distanza dall'equatore. Come sempre, ci perde la forma dei continenti. Nella settima foto invece vediamo un planisfero moderno, fatto con gli appositi programmi al computer. Ma veniamo al sodo (foto 2). Letteralmente e scientificamente i paralleli sono le circonferenze che si ottengono immaginando di tagliare la sfera terrestre la sfera terrestre con un piano perpendicolare al suo asse di rotazione. I meridiani invece sono delle semicirconferenze ottenute immaginando di intersecare il globo con un piano che passa per il suo asse. Ai paralleli è legata la latitudine, che appunto è la distanza di uno di questi rispetto all'equatore misurata in gradi. Mentre ai meridiani colleghiamo la longitudine, la distanza di uno di questi dal Meridiano 0, situato a Greenwich. E a questo discorso sono legati i fusi orari, di cui vi parleremo fra qualche giorno quando in Europa scatterà l'ora solare. Non so voi, ma a me questi concetti non entrano in testa. Spero di esservi stato utile e vi ricordo di dare un'occhiata alle immagini e al video qui sotto!
Siamo un club nato il 6 aprile del 2014 fondato da due appassionati di ufologia, studiosi di fenomeni paranormali. Ogni due giorni su questo sito scriviamo una notizia, descrivendo un argomento o analizzando un video. Continuate a seguirci!
Iscriviti a:
Post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento