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venerdì 24 febbraio 2017

La NASA scopre un nuovo Sistema attorno alla stella TRAPPIST-1

Sul web non si parla d'altro. In televisione non si parla d'altro. Autore dell'eccezionale scoperta Michael Gillon, dell' Istituto di astrofisica dell'Università di Liegi in Belgio, che con l'aiuto dei suoi collaboratori ha scoperto un nuovo Sistema, distante circa 39,5 anni luce da noi e situato nella costellazione dell'Acquario. La stella madre di questo sistema si chiama TRAPPIST-1 ed è enormemente più piccola del nostro Sole. Attorno a questa stella orbitano sette pianeti rocciosi, come Mercurio, Venere, la Terra e Marte. I primi quattro sono inabitabili per le radiazioni emanate dalla stella, gli altri tre potrebbero ospitare la vita. "Se venisse scoperta la presenza di ossigeno, metano, ozono e diossido di carbonio nell'atmosfera di solamente uno dei sette pianeti, questo ci direbbe che al 99% c'è vita", ha affermato Michael Gillon. L'aspetto curioso di questo Sistema sono le sue dimensioni: la stella TRAPPIST-1 racchiuderebbe tutti i pianeti in soli 10 milioni di km, mentre basta dire che fra il Sole e Mercurio ce ne sono 58. Secondo indiscrezioni, il pianeta più lontano compierebbe un periodo di rivoluzione in 20 giorni. In pratica due mesi terrestri corrispondono a tre anni sul pianeta più esterno. Ogni tre settimane è capodanno. Il problema, come spesso accade in questi casi, sono le distanze. Al momento nessun mezzo

sabato 18 febbraio 2017

La NASA chiede aiuto al web per trovare Planet Nine

E' passato ormai più di un anno. Erano i primi giorni di gennaio 2016 quando Konstantin Batgyn e Michael Brown scoprivano l'esistenza di un nono pianeta, del Nono Pianeta del Sistema solare. La loro intuizione arrivò notando il movimento strano di alcuni oggetti della fascia di Kuiper, che non seguono l'orbita di tutti gli altri. Infatti, come dimostrato con delle simulazioni al computer, questi asteroidi sono attratti dalla gravità di un nuovo, gigante, pianeta. Con gli opportuni calcoli gli scienziati hanno concluso che questo ipotetico pianeta è grande 10 volte la Terra e un anno su Planet Nine dura fra i 10.000 e i 20.000 anni terrestri. Dal Sole dista oltre 1.000 UA. Come ha fatto a finire così lontano? Poche sono le certezze degli scienziati in questo momento. Secondo James Vesper e Paul Mason della New Mexico State University, il Sole ha "rapito" questo pianeta da un altro Sistema, e il loro studio verrà presto pubblicato. Ovviamente l'esistenza di Planet Nine non è ancora sicura al 100%: il motivo è molto semplice, non esistono immagini di questo corpo celeste. Per provare a risolvere questo problema la NASA ha chiesto aiuto a noi, al popolo del web, così: Abbiamo bisogno del vostro aiuto su un nuovo progetto di astronomia. In questo progetto sarete alla ricerca attraverso le immagini scattate dalla missione Wide-Field Infrared Survey della NASA Explorer (WISE), a caccia di oggetti come nane brune e stelle di piccola massa, nella zona più esterna del nostro Sistema Solare. Si possono trovare un oggetto più vicino di Proxima Centauri (la stella più vicina al Sole), o anche scoprire il famigerato Planet Nine, un pianeta che si nasconde ai bordi del sistema solare e che gli esperti NASA suggeriscono

martedì 14 febbraio 2017

Non c'è vita sui pianeti di Alpha Centauri

Da sempre sentendo "Alpha Centauri" pensi allo spazio. Pensi all'Universo, pensi a forme di vita extraterrestri. Negli ultimi anni serie tv e film di fantascienza ci hanno raccontato le avventure dei "Centauri", che secondo gli ultimi studi potrebbero essere solo un sogno. Alpha Centauri è un sistema stellare, il più vicino a noi (4,365 anni luce) e prende il nome dalla sua stella principale, la terza stella più brillante del cielo notturno dopo Sirio e Canopo. Questo sistema comprende anche Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole. Da anni si è ipotizzato che questo sistema sia abitato da forme di vita intelligente, ipotesi recentemente smentita da diversi scienziati, fra cui Vladimir Hayrapetyan della American Center Goddard Space Flight Center. Secondo questi le nane rosse, come Proxima Centauri, produrrebbero quantità di raggi ultravioletti e raggi-x che in breve tempo farebbero evaporare l'ossigeno nell'atmosfera di un qualsiasi pianeta. In effetti

venerdì 30 dicembre 2016

Il nuovo anno si apre con la Cometa 45P

Il nuovo anno si avvicina e si aprirà con un evento astronomico, il transito della cometa 45P/Honda-Mrkos-Pajdušáková. Non succedeva da anni, quindi quest'anno niente cotechino e lenticchie, niente uva ma soltanto naso all'insù per ammirare la cometa chiamata così in onore dello scienziato che la ha scoperta. Sarà visibile dal tramonto a tutta la notte, quando a 2017 già iniziato scomparirà dietro la Luna. Sarà visibile ad occhio nudo, sebbene con un binocolo o anche

giovedì 15 dicembre 2016

Scoperto un enorme buco coronale sulla superficie del Sole

La notizia che vi riportiamo oggi arriva dalla superficie del Sole. A quanto pare sulla nostra stella è comparso un enorme buco coronale. I buchi coronali sono aree dove la corona solare è più scura, più fredda del resto. Si formano quando le linee del campo magnetico solare si spezzano e lasciano fuoriuscire particelle subatomiche e radiazioni. Secondo gli scienziati,

giovedì 8 dicembre 2016

Il turismo spaziale parte dall'Italia

La notizia che vi riportiamo oggi arriva proprio dal nostro paese. E' stato infatti recentemente siglato un accordo fra la società italiana Altec, la Thales Alenia Space e la Virgin Galactic, società privata guidata da Richard Branson pronta a costruire navette in grado di portare i turisti nello spazio. Il decollo e l'atterraggio si svolgeranno probabilmente in Sardegna, forse dall'aeroporto militare di Decimomannu. "L'Italia è all'avanguardia nella nuova 'space economy' che

sabato 12 novembre 2016

Il 14 novembre torna la superluna!

La notizia che vi riportiamo oggi riguarda un evento che accadrà dopodomani, lunedì 14 novembre 2016. Ci aspetta una superluna da record. Scientificamente è più corretto dire che fra pochi giorni vedremo la coincidenza del plenilunio con il movimento di massimo avvicinamento della Terra, il Perigeo. Come ben saprete, non si tratta di un evento rarissimo, normalmente ne capita anche più di una all'anno. Ma questa sarà speciale, come non accadeva dal lontano 1948. Infatti, quando il nostro satellite sarà in perigeo, risulterà a noi più grande del 12-14% e il 30% più brillante rispetto a quando la Luna è nel punto più lontano dalla Terra, l'apogeo. Salvo nuvole, inquinamento atmosferico o condizioni climatiche sfavorevoli anche a occhio nudo noteremo la differenza. Si sa, la Luna da sempre è oggetto di superstizioni, figuriamoci durante una superluna. Per attendere il prossimo evento di questo peso dobbiamo aspettare il 25 novembre 2034, non proprio fra due giorni. Ovviamente i nostri consigli per vederla sono di allontanarsi se possibile dalle metropoli e per chi lo possiede godersi i dettagli con un telescopio. Per una superluna che sia veramente super.

giovedì 20 ottobre 2016

Il mistero della sonda Schiaparelli

La notizia che vi riportiamo oggi è delle ultime ore e arriva dalla sonda Schiaparelli, atterrata ieri sul pianeta rosso Marte. Dopo la gioia inziale, dopo anni di lavoro, è calato il silenzio. Come accaduto con il lander Philae sulla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko, un errore molto simile sembra esser stato commesso dai computer di bordo. Le analisi sono ancora in corso, si teme il peggio. Il segnale con la sonda è stato perso a 50 secondi dall'impatto, al momento dell'entrata in funzione dei retro-razzi. Tutto era sotto controllo nel centro di comando dell'ESA (European Space Agency), tutto era secondo procedura. E a poco dalla fine, quando tutto era fatto, sono iniziati i pasticci. I retro-razzi infatti avrebbero funzionato al massimo 3 o 4 secondi. Il computer di bordo si è spento subito e il lander è finito in caduta libera sulla superficie marziana. Ritrovarlo intatto e funzionante sarebbe un miracolo. Tuttavia è possibile anche che il guasto sia stato causato dal computer di bordo, che secondo questa ipotesi li avrebbe spenti per sbaglio. Ovviamente questo è il momento della confusione, col passare del tempo avremo più certezze. "Non sappiamo se il lander sia integro" conferma il direttore generale dell'ESA Jan Woerner. Seguiranno indubbiamente nuovi aggiornamenti, sperando che questo errore non fermi l'avanzata umana verso Marte.

martedì 18 ottobre 2016

2014-UZ224, il nuovo pianeta nano del Sistema solare

La notizia che vi riportiamo oggi arriva dal nostro Sistema solare ed è un'ulteriore prova del fatto che non lo conosciamo ancora del tutto. Recentemente infatti l'astrofisico dell'Università del Michigan David Gerdes ha scoperto un nuovo pianeta, non piccolissimo, 2014-UZ334. O almeno, questo è il suo nome provvisorio. Si trova a 13,7 miliardi di chilometri dal Sole e compie un'orbita in 1100 anni terrestri. A individuare la sua presenza la Dark Energy Camera (DECam), commissionata dal governo americano per mappare galassie distanti. Dando una sbirciatina anche al nostro Sistema solare, nascosto dietro Plutone (declassato nel 2006 a pianeta nano). Rispetto ai suoi 2280 chilometri di diametro, 2014-UZ334 ne ha soli 530. Per darvi un'idea, quello della Terra è 23,5 volte tanto. Qualora l'IAU (Unione Astronomica Internazionale) lo riconoscesse, 2014 UZ224 cambierà nome e diventerà il sesto pianeta nano del Sistema solare, dopo Plutone, Eris, Cerere, Haumea e Makemake. Anche se sicuramente ne esistono altri.

venerdì 14 ottobre 2016

Il presidente Obama annuncia "Su Marte entro il 2030"

Cinquantacinque anni dopo, Barack Obama come John Fitzgerald Kennedy promette la conquista dello spazio. Era il 25 maggio del 1961 quando il presidente americano pose come obiettivo la conquista della Luna, entro il 1970. E così fu, nel lontano luglio 1969. Oltre mezzo secolo dopo, Barack Obama ha affermato di voler vedere un uomo arrivare su Marte entro il 2030. Andare e tornare, per poi stanziarsi definitivamente. Questo ha scritto Obama in un editoriale sul sito della Cnn, questo: "Un giorno spero di potere issare i miei nipoti sulle spalle. Guarderemo ancora con meraviglia verso le stelle, come hanno fatto gli umani dall'inizio dei tempi. Ma invece di attendere con ansia il ritorno dei nostri intrepidi esploratori, sapremo che grazie alle scelte fatte oggi, saranno andati nello spazio non solo per visitarlo, ma per rimanerci e, facendo questo, per rendere migliori le nostre vite sulla Terra. Abbiamo riportato la scienza in primo piano riuscendo ad abbassare i costi per i cittadini. Solo lo scorso anno, la Nasa ha scoperto l'acqua che scorrerebbe su Marte e le prove della presenza di ghiaccio su una delle lune di Giove. Abbiamo mappato Plutone, che si trova a più di tre miliardi di miglia di distanza e i nostri telescopi spaziali hanno rivelato ulteriori pianeti simili alla Terra. Inoltre i nostri scienziati hanno approfondito la conoscenza degli asteroidi, contribuendo a prevenire in anticipo la collisione con il nostro pianeta. Le nostre navicelle hanno studiato da vicino ogni pianeta del sistema solare, cosa che nessuna altra nazione è riuscita a fare. Il prossimo passo è superare i confini dell'orbita della Terra. Sono emozionato nell'annunciare che stiamo lavorando con i nostri partner commerciali per costruire nuovi sistemi che permettono il trasporto e la sopravvivenza degli astronauti in missioni di lunga durata nello spazio profondo. Queste missioni ci insegneranno come gli umani possono vivere lontani dalla Terra. Ne avremo bisogno per il lungo viaggio verso Marte”. Le collaborazioni di cui parla il presidente inizieranno fra qualche anno, quando astronauti di agenzie private raggiungeranno la ISS in orbita con la Terra. Come tutti sapete, fra poco scadrà la carica di Obama

domenica 2 ottobre 2016

Tutti i dettagli della missione Rosetta

Rosetta è ufficialmente atterrata sulla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko. Di tempo ne è passato dal 2 maggio 2004, quando insieme al lander Philae vennero lanciati nello spazio alla ricerca del primo, storico, accometaggio. Il 25 febbraio 2007 il primo flyby. Veniamo al 6 agosto 2014, quando Rosetta raggiunge l'orbita della cometa 67P. Pochi giorni dopo, 25 agosto 2014, viene deciso il punto per far atterrare il lander Philae. Il 12 novembre 2014 Rosetta e Philae si separano per sempre e poco dopo, alle 16:03, avviene il primo storico accometaggio, così definito dall' Agenzia Spaziale Italiana. Poco dopo, la doccia fredda. Philae non risponde. Questo a causa del carrello di atterraggio che non si è aperto per nulla, facendo rimbalzare il piccolo lander lontano dal punto previsto, coperto da una roccia. Ciò impedisce il funzionamento dei suoi pannelli solari e il 15 novembre si perde definitivamente il contatto. Passano 210 lunghi giorni, di continui tentativi, quando il 14 giugno 2015 a speranze esaurite il lander manda un segnale di vita alle 22:28 italiane. Intanto Rosetta ha continuato ad orbitare attorno a 67P Churyumov-Gerasimenko, fino a giovedì scorso, 29 settembre 2016. Con una breve accensione dei motori, pian piano, la sonda si avvicina alla superficie della cometa. Una discesa volutamente lenta, per scattare il maggior numero di foto possibili. Alle 13:20 del 30 settembre 2016 l'ufficialità: Rosetta è atterrata, tutto è andato per il verso giusto. Le ultime energie serviranno per inviarci alcuni dati sulla superficie. Si chiude qui una delle missioni più importanti per una sonda terrestre nello spazio. La missione è costata all'ESA (European Space Agency) oltre 1,4 miliardi di euro e la sonda da ora in poi inizierà un viaggio in una zona fredda e buia del cosmo, lontanissima dal Sole. L'astrofisico Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, ha commentato così la missione: “Chissà se un giorno qualche turista spaziale non troverà le tracce di questa incredibile missione portata a

domenica 18 settembre 2016

La Cina invia in orbita il laboratorio spaziale Tiangong-2

Praticamente le tecnologie della Cina hanno raggiunto il mondo intero, e stanno per approdare anche nello spazio. Negli ultimi giorni, infatti, è stato lanciato in orbita il laboratorio spaziale Tiangong-2. L'evento è stato trasmesso in diretta dalla televisione di Stato locale, dal Jiuquan Satellite Launch Centre situato nel deserto di Gobi. Tutto ciò per un progetto che lo porterà a costruire una vera e propria Stazione Spaziale con equipaggio entro il 2022, proprio quando la ISS (la attuale International Space Station) andrà in pensione. Il nuovo laboratorio spaziale pesa 8,6 tonnellate e rimarrà in orbita intorno alla Terra a circa 380 km, per poi raggiungere oltre 393 km nel mese successivo, quando due astronauti raggiungeranno lo spazio per altri 30 giorni. Nell'aprile 2017 un altro pezzo, Tianzhou-1, raggiungerà il laboratorio spaziale con rifornimenti di carburante. Nella seconda metà dell'anno prossimo il laboratorio cadrà e si disintegrerà nell'atmosfera. Intorno al 2018 la Cina lancerà un modulo di base per la futura Stazione Spaziale. Sarà più piccola rispetto a quella attuale, al massimo potrà ospitare solo 6 astronauti e ancorare non più di due velivoli spaziali con equipaggio e una sola navicella cargo. La vera differenza fra le due però è ben diversa: la ISS è sempre stata gestita da tutte le agenzie spaziali del mondo, quella nuova verrà gestita e utilizzata probabilmente solo dallo Stato cinese. La costruzione sarà completata entro al 2020 ma entrerà in servizio solo nel 2022, per 10 anni. La Cina si sta muovendo anche in altri campi dell'astronomia, come la costruzione del più grande radiotelescopio del mondo, terminato da poco nella Cina occidentale. Secondo i media locali, inoltre, la Cina invierà un lander e un rover su Marte nel 2020. Non solo astronomia, ma il governo cinese starebbe progettando un acceleratore di particelle più grande del CERN di Ginevra. Alcuni sostengono anche che vorrebbero colonizzare la Luna, ma qui entriamo nella fantascienza. E' un dato di fatto però che la Cina stia diventando una potenza anche dal punto di vista scientifico.

venerdì 2 settembre 2016

Un asteroide ha sfiorato la Terra senza che noi ce ne accorgessimo

La notizia che vi riportiamo oggi ha dell'incredibile, se non altro perché abbiamo rischiato grosso senza nemmeno accorgercene. Nella notte fra sabato 27 agosto e domenica 28 agosto, mentre tutti dormivano sereni, un asteroide ha sfiorato il nostro pianeta, transitando a soli 85mila chilometri. Il 20% della distanza Terra-Luna. E' stato subito catalogato come 2016Q2A. Si tratta di un oggetto di 30 metri, neanche eccessivamente grande, ma considerando che viaggiava spedito a pochi chilometri al secondo in caso di impatto avrebbe potuto creare seri problemi. La NASA non sapeva nulla, ad accorgersene a pochi attimi dal passaggio un osservatorio amatoriale brasiliano, utilizzando il telescopio SoNEAR, creato appunto per controllare gli asteroidi nei pressi della Terra. Il punto massimo di avvicinamento a noi è stato alle 3:24 ora italiana e si tratta del passaggio più ravvicinato degli ultimi anni. Forse questo caso può essere collegato a un allarme dato dai ricercatori dell'Università di Southampton e pubblicato sul quotidiano Mirror, che annunciava una catastrofe nel mese di settembre del 2016. Dove sarebbe caduto? Probabilmente non lo sappiamo ed è meglio non averlo scoperto, un asteroide del genere avrebbe potuto annegare tutta la Gran Bretagna e le coste circostanti. Sta di fatto che la NASA dovrebbe vegliare su di noi, ma domenica notte ha rischiato una figuraccia epocale. Però un errore ci sta, l'importante è non ripeterne più.

giovedì 25 agosto 2016

Ecco chi è Proxima B, il pianeta abitabile più vicino a noi

Ora è ufficiale. Come vi avevamo anticipato pochi giorni fa, esiste un pianeta relativamente vicino a noi e potenzialmente abitabile. Si chiama Proxima B, e ruota attorno a Proxima Centauri, una delle tre stelle che compongono il Sistema di Alpha Centauri, il più vicino al nostro. Le tracce dell'esistenza di questo pianeta risalgono al 2013, anche se la maggior parte erano solo ipotesi. E proprio in questi anni si è scoperta e certificata l'esistenza di questa nuova Terra. Proxima Centauri B orbita a una distanza media di 7 milioni di chilometri dalla sua stella, Proxima, una piccola e fredda stella rossa soprannominata pallido pallino rosso che vanta soli 2800 gradi e probabilmente anche acqua liquida in superficie. Inoltre completa un periodo di rivoluzione in soli 11,2 giorni e possiede una massa grande almeno il 130% di quella terrestre. Le ricerche a questo punto si concentreranno sulla ricerca di un'atmosfera, presenza insostituibile per rendere possibile la vita. Non sarà affatto facile, perché Proxima B dista 4,3 anni luce, che sono 40.681,44 miliardi di chilometri o 271.930,9 volta la distanza Terra-Sole da noi. Non proprio dietro l'angolo. In molti hanno già sognato di raggiungerlo, ma gli ostacoli ci sono e non sono affatto pochi. Vivendo su questo ipotetico pianeta, Proxima si vedrebbe grande cinque volte in più rispetto a come noi guardiamo il Sole. Inoltre vedremmo anche le due stelle del Sistema, e avere tre soli in cielo non è cosa da tutti i giorni. In più la vicinanza alla stella saremmo troppo vicini alle radiazioni ultraviolette, al vento solare e alle eruzioni di gas e materia di Proxima. Secondo problema; con il massimo delle tecnologie a nostra disposizione ci impiegheremmo circa 100.000 anni, migliaio più, migliaio meno. Il miliardario russo Yuri Milner sarebbe disposto a spendere 100 milioni di dollari per trovare una tecnologia di spinta, quasi sicuramente nucleare, che permetta di viaggiare al 10%-20% rispetto alla luce, cosi da impiegarci dai 20 ai 400 anni. In pratica questa sonda (ovviamente senza esseri umani) dovrebbe viaggiare a 50.000 chilometri al secondo. Più di 4 volte la distanza New York-Shangai in un respiro. Per ora, è pura fantascienza. Ovviamente non è da escludere che Proxima B sia abitato da esseri non umani, perché tutto può essere. Volendo potremmo inviare dei messaggi verso quel pianeta, anche se fra andata e ritorno dovremmo attendere 8 anni e mezzo per una risposta. Io ci proverei, ma molti sono scettici al riguardo perché sapere con certezza che non siamo soli nell'Universo creerebbe scompigli- Se fosse abitato, saranno prima loro a trovare noi o noi a trovare loro? Probabilmente ci vorrà ancora qualche secolo per rispondere a questa domanda...

sabato 20 agosto 2016

Esiste un gemello della Terra su Proxima Centauri?

La notizia che vi riportiamo oggi se ricevesse una conferma sarebbe epocale. E' stata riportata dai giornali tedeschi Spiegel e Die Welt, che sostengono la scoperta da parte degli astronomi dello European Southern Observatory (ESO) (che non hanno rilasciato commenti sulla notizia) di un pianeta roccioso molto simile alla Terra, in piena zona abitabile intorno a Proxima Centauri, la stella più vicina a noi. Secondo i quotidiani la scoperta verrebbe annunciata nel giro di pochi giorni, verso la fine di agosto. Il Sistema (Alpha Centauri) che ruota intorno a Proxima Centauri e ad altre due stelle è il più vicino alla Terra e questo ipotetico gemello della Terra di conseguenza non sarebbe molto lontano da noi, solo 4,3 anni luce, 40.681,44 miliardi di chilometri. 271.930,9 volta la distanza Terra-Sole. Non proprio dietro casa. La distanza fra questo ipotetico pianeta e la sua stella è proporzionale alla nostra (Proxima è 8 volte più piccola del Sole) e ciò lo renderebbe abitabile e con acqua liquida. Proxima Centauri, la stella, è una nana rossa ed è situata nella costellazione del Centauro. Insieme a Zeta Reticuli, l'altra più vicina a noi, è stata protagonista di molti romanzi di fantascienza. Chissà che quelli che noi definiamo alieni non vengano proprio da lì. Studiarlo non sarebbe complicato, visto che i telescopi Hubble e Spitzer della NASA metterebbero a nostra disposizione una valanga di immagini. Per ora si tratta di una semplice indiscrezione, ma se venisse confermata potrebbe riscrivere la storia degli esopianeti, e, chissà, della ricerca di vita extraterrestre.

giovedì 18 agosto 2016

Da un buco nero si può uscire, Hawking aveva ragione

La notizia ha passato quotidiani, telegiornali e sta facendo il giro del web. I buchi neri hanno una fine, e da questi si può uscire. Ma andiamo con ordine. I black holes, così si chiamano in inglese, da sempre vengono raccontati come pozzi senza fondo, come luoghi dove se entri non ne esci più, protagonisti di cartoni animati e film di fantascienza. Infatti; secondo le leggi della gravità, spiegate nella teoria della relatività di Albert Einstein, tutto ciò che si trova all'interno di un determinato raggio dal centro del buco nero, finisce per essere inghiottito. Nel 1974, dopo alcune considerazioni di meccanica quantistica, il fisico e cosmologo Stephen Hawking pensò che i buchi neri non dovessero essere pozzi senza uscita. Secondo lui infatti i black holes emettono qualche tipo di radiazione luminosa e così facendo perdono una quantità d'energia, anche se minima. Di conseguenza, perdono massa e perciò, col passare di anni e anni, i buchi neri dovrebbero evaporare. Verificare questa teoria è rimasto impossibile per decenni (considerando impossibile emettere una così bassa quantità d'energia), fino a quando si è provato a ricreare un buco nero in laboratorio usando le onde acustiche al posto di quelle luminose. Per creare condizioni analoghe a quelle di un buco nero è stato utilizzato il condensato di Bose-Einstein. Che, detto semplicemente, consiste nel portare gli atomi delle onde a temperature intorno allo zero, facendogli perdere le caratteristiche individuali e di conseguenza comportarsi come fossero uno solo. E così è stato fatto, nel Technion-Israel Institute of Technology di Haifa, in Israele, da Jeff Steinhauer. Piano piano, i buchi neri evaporano e ciò che è all'interno esce. Hawking aveva ragione. Nessun essere umano finora è entrato e uscito da un buco nero, e chissà quanti anni ancora passeranno prima che succeda. Ma intanto sappiamo che da lì si può uscire. Anche se forse sarebbe meglio non entrarci mai!
 
 
 
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venerdì 12 agosto 2016

Chi è Niku, il pianetino ribelle scoperto pochi giorni fa

Il Sistema solare comprende più corpi celesti di quanti ne possiamo immaginare. Se in questi mesi stiamo per scoprire il nono pianeta, il numero di pianetini continua ad aumeny tare. Pochi giorni fa infatti è stato scoperto Niku, l'ennesimo mistero del Sistema Solare. Niku, in cinese, vuol dire ribelle ed è stato chiamato così proprio perché ha caratteristiche mai viste prima. Questo piccolo mondo di ghiaccio è 160mila volte meno brillante di Nettuno e ha un diametro intorno ai 200 km. E fin qui tutto normale. Come sapete, tutti i pianeti orbitano più o meno sulla stessa linea, detta piano orbitale. Bene, questo pianetino si trova al di sopra e si sta spostando verso l'alto. Un orbita mai vista prima, una spiegazione al nome ribelle. Inoltra ha una rotazione retrograda (ruota al contrario rispetto a noi, come Urano e Venere). E' stato scoperto dal Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System 1 Survey, per gli amici Pan-STARRS 1 delle Hawaii (foto 4). "Il momento angolare costringe ogni cosa a ruotare e muoversi nella stessa direzione" ha dichiarato Michele Bannister, astronomo della Queens University di Belfast. L'orbita così particolare ha incuriosito molti scienziati. Potrebbe essere causata dalla collisione o dall'interazione gravitazionale con un corpo celeste ancora a noi sconosciuto, come un pianeta nano. Insieme a lui probabilmente ci sono altri pianetini che orbitano come Niku. Planet Nine, secondo quanto sappiamo, è troppo lontano e piccolo per interagire con questi. Potrebbe essere più grande del previsto, fino a che non verrà ufficializzata la scoperta con le dimensioni possiamo solo fare ipotesi. In pratica, più passano gli anni più pianeti vengono scoperti. Menomale che c'è posto per tutti.


 
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mercoledì 10 agosto 2016

Notte di San Lorenzo 2016: storia, come e dove ammirare le Perseidi

Forse la notte più attesa dell'anno dopo quella del 31 dicembre. Oggi è il 10 agosto e stasera, come ogni anno, assisteremo allo spettacolo delle meteore. Dalla fine di luglio fino al 20 agosto, lo sciame meteorico delle Perseidi transiteranno nella costellazione di Perseo e saranno attraversate dall'orbita terrestre, creando quella che a noi sembra una pioggia meteorica. La cometa che ha generato questo spettacolo è la Swift-Tuttle, transitata l'ultima volta vicino alla Terra nel 1992. Per rivederla bisognerà aspettare il lontano 2126. Le meteore che noi osserviamo infatti non sono altro che particelle liberate dalle scorse orbite della cometa. Queste si scontreranno con l'orbita terrestre a 59 km/s. I primi ad osservarle furono i Cinesi nel 36 d.C. Secondo la tradizione popolare, la notte di San Lorenzo è dedicata all'arcidiacono Lorenzo della chiesa di Roma al tempo di papa Sisto II (III secolo). L'imperatore Valeriano emanò un editto, che voleva tutti i vescovi, presbiteri e diaconi messi a morte. Secondo la leggenda, fu una condanna a morte lenta e atroce, visto che fu posto su una graticola poggiata sul fuoco. Morì il 10 agosto 258 d.C., 1758 anni fa. Lorenzo fu successivamente proclamato martire e Santo dalla Chiesa di Roma. Fu così che le lacrime di San Lorenzo in punto di morte diventarono le stelle cadenti del 10 agosto. Fortunatamente, salvo cielo coperto, le meteore saranno ben visibili. La Luna tramonterà presto, essendo nel primo quarto, e la gravità di Giove porterà un maggior numero di detriti verso la Terra. Le stelle cadenti saranno presenti in particolar modo stasera, domani e dopodomani. L'evento si preannuncia spettacolare.
Ecco alcuni nostri consigli su come vederle:
  • Spegnete qualsiasi tipo di tecnologia (smartphone, televisioni) o torce;
  • Trovate un posto abbastanza buio, una spiaggia è perfetta ma anche un posto in montagna;
  • Sdraiatevi a terra, così vedrete il cielo a 360°
  • Abbiate pazienza e mettetevi comodi, non pensate di vederle in due minuti;
  • Trascorrete almeno mezz'ora al buio o con poca luce, la vista si abituerà e ne vedrete di più;
  • Controllate la zona a nord-est e seguite questa cartina, probabilmente si trovano lì;
  • Se dovete esprimere un desiderio, non ditelo a nessuno!
  • Godetevi lo spettacolo!